In Italia è concentrata una grande fetta del patrimonio artistico mondiale. Ne siamo più o meno consapevoli essendo quotidianamente circondati da bellezze e opere lasciateci da artisti e civiltà del passato.
E’ un’eredità importante che ci influenza nel gusto, che ci testimonia nel mondo e ci arricchisce, non solo culturalmente. Ma è anche una responsabilità per la corretta conservazione affinché gli inevitabili effetti del tempo non distruggano tanto valore. La conservazione, la valorizzazione e la fruizione di alcune tra queste opere è cosa difficile e spesso anche molto costosa. Da qualche tempo si è visto affacciarsi una nuova forma di mecenatismo da parte di imprenditori che intendono trasferire parte dei loro guadagni in progetti di conservazione del patrimonio artistico nazionale. E’ il caso de “l’Ultima Cena”, capolavoro di Leonardo da Vinci, che soffre di una strutturale fragilità a causa della tecnica impiegata dal genio toscano. Fragilità che ha imposto un rigido limite al numero di visitatori giornalieri (25 persone per volta per un tempo massimo di 15 min.) a fronte di milioni di richieste provenienti da ogni parte del mondo. Eataly, nella sua figura di Oscar Farinetti, ha finanziato con un milione di Euro il progetto per la costruzione di un impianto di aerazione innovativo che consentirà l’immissione giornaliera nell’ambiente di 10.000 m3 di aria pulita in luogo degli attuali 3.500, contrastando così le polveri sottili che i turisti portano con sé. Il progetto, che sarà terminato nel 2019, consentirà la migliore conservazione dell’opera per altri secoli e anche di offrire ad un numero maggiore di visitatori la possibilità di godere del capolavoro leonardesco. Lasciamo al video di Alessandro Baricco che ci porta a cogliere il valore dell’opera ed il senso dell’intervento conservativo.
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