Fare musica con Apple: intervista a Rexanthony

Rexanthony è un artista internazionale e produttore discografico tra i più famosi nel genere trance-techno, con una carriera più che trentennale. Con la sua musica ha influenzato profondamente la scena elettronica italiana e internazionale, soprattutto grazie al suo stile innovativo e all’avanguardia. In questa intervista ci siamo fatti raccontare il suo modo di produrre musica e come la tecnologia lo assiste.

Qual è la storia che ti ha portato a essere riconosciuto come artista internazionale? Abbiamo letto che hai iniziato a 13 anni…

Esatto, ho esordito nel mondo artistico nel febbraio 1991 all’età di 13 anni con la produzione del singolo Gas Mask e con la prima esibizione live al Cocoricò di Riccione, il club con la piramide di ferro e cristallo più famoso al mondo.

Le prime produzioni musicali ottennero un discreto successo solo nel mercato underground italiano, ma a partire dal singolo For You Marlene (uscito nel 1992), sono arrivati i primi segnali positivi dall’estero, in particolar modo dai Paesi Bassi dove questo brano ha raggiunto le prime posizioni della classifica. Nel corso degli anni For You Marlene è entrato a far parte dei brani evergreen, ovvero ancora oggi tra i più suonati dai DJ hardcore/old school nei più grandi festival internazionali (come Defqon1 e Tomorrowland). Subito dopo ho prodotto il brano An-Tho-Ny, che ha ottenuto un grandissimo successo questa volta in Giappone, raggiungendo il primo posto assoluto delle classifiche nazionali. Successivamente, sono stati raggiunti nuovi Paesi (Inghilterra, Russia, Spagna e Australia), grazie alla produzione di una serie di album tematici intitolati Techno Shock e Drag Me To Hard. Per quanto riguarda il territorio italiano, direi che i due brani che mi hanno reso particolarmente noto sono stati Polaris Dream e Capturing Matrix entrati nel 1995 nelle prime posizioni delle classifiche nazionali più autorevoli (quali Sorrisi & Canzoni, FIMI e DJ Parade di Albertino) e che ora fanno parte della storia della musica dance-techno ’90 europea. Brani tuttora richiesti dal mio pubblico durante i miei live-set.

Sei un figlio d’arte: cos’hai in comune con il percorso dei tuoi genitori?

La nostra è da sempre stata una famiglia appassionata di elettronica e di composizione musicale basata su generi sperimentali molto distanti dal mondo dello show business commerciale. Anche i miei genitori hanno prodotto svariati dischi (mio padre in ambito progressive-dark, mentre mia madre più orientata verso sonorità elettroniche ’80), ma nessuno dei quali ottenne un successo immediato. Sono dovuti passare anni, o meglio decenni prima che attirassero l’attenzione dei più noti collezionisti di tutto il mondo. Alcuni vinili di mia madre (Doris Norton) sono quotati oltre 250€ a copia, mentre i primissimi dischi prodotti da mio padre alla fine degli anni ’60 (usciti con lo pseudonimo Antonius Rex e Jacula) hanno raggiunto quote impressionanti: parliamo di oltre 4.500€ di valore per ogni singola copia. Il mio percorso è differente in quanto io, producendo musica di tendenza e quindi commerciale, mi sono incanalato sin da subito verso il mondo delle classifiche, dei club party, dei rave, dei contratti con major (Wea, Virgin, Sony), delle agenzie booking, degli shooting fotografici, degli sponsor. Poi la buona sorte ha voluto che tutto ciò non finisse poco dopo (tipico invece di molte meteore musicali) ma, al contrario, cotinuasse verso un percorso ancora oggi seguito da molti fan sparsi per il mondo. La mia fanbase, che oggi si è ormai trasformata in follower ha raggiunto gli 80.000 seguaci (numeri in aumento costante!), che amano seguirmi sia come artista che come produttore. Spesso nei miei post su Facebook e Instagram si parla anche di tecnologia, di macchinari e a volte anche di dietro le quinte per svelare come nasce un brano nel mio studio.

Qual è il tuo rapporto con la tecnologia nella tua vita quotidiana?

Siamo nel 2023 e credo che ormai chiunque faccia largo uso della tecnologia (anche inconsapevolmente). Io sono da sempre stato molto affascinato da tutto ciò che è futuristico e tecnologico, soprattutto dal grande aiuto che la tecnologia può dare oggi alla collettività (non solo in campo hobbistico, ma anche in termini di supporto e sicurezza nella vita di tutti i giorni). Nei primi anni ’90, nello studio di registrazione dei miei genitori, ero letteralmente sommerso da tastiere, sintetizzatori analogici, drum machine, registratori a bobina, campionatori, mixer e chilometri di cavi. Da quando ho iniziato a lavorare con Apple e la DAW Logic, nel corso degli anni sono arrivato a dimezzare la strumentazione esterna, per arrivare fino a oggi, dove l’hardware esterno è ridotto ai minimi termini.

La grande potenza delle CPU di Apple e le altissime qualità raggiunte da quella che io definisco la miglior DAW in assoluto (nonché la più utilizzata dai professionisti di tutto il mondo) quale Logic Pro permettono di ottenere, in autonomia, risultati professionali.

Nella vita di tutti i giorni (per cui extra-musicale) ammetto di non riuscire più fare a meno della massima tecnologia offerta da Apple, per cui possiedo attualmente iPhone 14 Pro Max, Apple Watch Ultra, AirPod Pro e iPad Pro: fedeli compagni di viaggio e, soprattutto, prodotti efficienti e affidabili. Trovo l’iPad Pro fantastico anche per i musicisti come me che, tramite l’App GarageBand, in qualsiasi momento possono soddisfare quella voglia improvvisa di registrare al volo un’idea musicale, per poi trasferirla su Logic e trasformarla in un vero disco. Una sorta di block notes moderno di cui non riuscirei più a fare a meno.

E nelle tue scelte artistiche di cosa hai bisogno, cosa cerchi?

Nel nostro mondo (intendo quello di produttori e musicisiti) al giorno d’oggi è fondamentale ottenere il top della qualità abbinato alla massima velocità operativa. Anni fa tutto questo non era possibile, in quanto la tecnologia richiedeva, oltre a grandi investimenti economici, anche la necessità di doversi per forza recare in uno studio di incisione per comporre un disco.

I tempi sono davvero cambiati e tutto questo va a favore della fantasia e della libertà di composizione, senza vincoli geografici.

Io stesso ammetto di essere stato in grado di comporre, tra le varie, una traccia intitolata Rise Again interamente creata itb (ovvero in the box) con Logic Pro, attraverso l’uso di un MacBook Pro e di cuffie professionali. Tale traccia ha ottenuto consensi positivi da parte di svariati personaggi internazionali del mondo della trance, in particolare da Giuseppe Ottaviani (stretto collaboratore dell’olandese Armin Van Buuren). Un tempo tutto ciò era fantascenza, oggi è realtà.

È chiara la tua predilezione per i device Apple: quali App e configurazioni consigli a chi vuole imparare o perfezionarsi?

Nella mia scuderia Musik Research produco diversi nuovi artisti, tra cui anche ragazzi molto giovani con qualità artistiche e compositive di un certo livello.

Credo che prima di tutto occorra capire se si è portati a creare musica autonomamente, perché non ho mai visto di buon occhio chi vuole raggiungere determinati risultati pagando profumatamente dei ghost producer.

È importante partire da zero, fare la gavetta, studiare musica (preferibilmente il pianoforte come strumento base) e poi, successivamente, approcciare il mondo della composizione su computer creando una propria immagine e identità.

Il consiglio che do sempre a tutti è quello di non buttarsi verso investimenti enormi, ma di iniziare a piccoli passi acquistando un iMac base e l’App Logic Pro X, visto che è economicamente molto accessibile. Ci tengo a specificare che dopo aver creato un demo interessante e attirato l’attenzione di una label, è necessario affidarsi poi a un bravo produttore in grado di trasformare il proprio demo in un vero disco commercializzabile sulle piattaforme digitali. Trovo inutile spendere decine di migliaia di euro in tecnologia, senza aver prima accumulato un notevole bagaglio di esperienza in fatto di mixing e mastering. Per quello è consigliabile appunto rifarsi a dei professionisti in grado di offrirti un servizio a mio avviso necessario.

Su cosa si basano i tuoi workshop?

Nei primi anni ero supportato dalla presenza dei miei genitori, ma anche di alcuni produttori esterni, visto che avevo poco più di 13 anni! Successivamente, con il bagaglio di esperienza accumulato nel tempo, ci sono state molte evoluzioni e cambiamenti fino ad arrivare alla totale indipendenza. Oggi vanno molto di moda quelle che in gergo musicale vengono chiamate collabs. Anche in passato esistevano, ma con modalità operative molto diverse: era necessario organizzare dei lunghi weekend in studio con produttori o remixer che venivano da molto lontano, per cui un bell’impegno organizzativo che non sempre dava risultati in termini di idee compositive. Oggi tutto questo non esiste più e si opera totalmente online attraverso il file sharing abbinato alle video-conference, anche di gruppo. È incredibile come oggi sia possibile lavorare con la stessa piattaforma e DAW (nel mio caso Apple & Logic), interagendo con personaggi e colleghi situati in qualsiasi angolo del mondo. Tutto questo dà largo spazio alla fantasia e soprattutto alla miscelazione di idee compositive grazie alle diverse culture che ci sono da una parte all’altra del pianeta.

Oltre alle mie molteplici attività legate all’aspetto artistico (performer, produttore e discografico), recentemente ho avviato un’interessante collaborazione con la piattaforma Med Academy in qualità di instructor: seguirò l’aspetto educazionale legato alla DAW Logic Pro e darò il mio contributo attraverso la diffusione di diverse video-lezioni (o, meglio, Masterclass), così da trasmettere ai nuovi aspiranti producer svariati metodi e trick per raggiungere con più velocità e fluidità risultati positivi.

Rexanthony sarà con noi a Didacta: ti aspettiamo a Firenze dall’8 al 10 marzo.

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