
Wi-fi e artigiani, così la montagna spende 20 milioni
Moncenisio, il comune più piccolo del Piemonte per i suoi 35 abitanti riceverà quasi 29 mila euro. Castelmagno, che di abitanti ne ha 60, prenderà appena 700 euro in più. Garessio, in provincia di Cuneo, 3.050 abitanti, sarà quello che avrà il portafoglio più ricco con i suoi 118mila euro. Ci sono soprattutto i paesi montani, ma anche alcune cittadine della pianura considerate come aree interne, tra i destinatari dei fondi per il sostegno alle attività produttive del Paese. Un «Recovery fund» da 210 milioni di euro destinati a 3.100 Comuni italiani. Quattrocentocinque paesi del Piemonte beneficeranno di 20 milioni. Stanziati in tre tranche attraverso un decreto, i denari potranno essere erogati alle attività economiche, artigianali e commerciali. Soldi che però dovranno essere spesi subito dai beneficiari. «Allo stanziamento si accede attraverso un bando — spiega Marco Bussone, presidente di Uncem, Unione nazionale comuni montani —. Per ora abbiamo suggerito a quei municipi che ancora non l’hanno pubblicato di aspettare le nuove comunicazioni che dovranno essere fatte dal Ministero-. Serviranno per definire le categorie che potranno beneficiarne. Ci è stato specificato che i Comuni dovranno agire in fretta per consentire alle imprese, ai negozi, alle attività, di investire le risorse. Si tratta di finanziamenti importantissimi per le imprese dei territori».
La misura è nata all’interno delle politiche nazionali per le Aree interne previste dal Ministero per la Coesione territoriale guidato da Giuseppe Provenzano. Secondo quanto indicato saranno poi proprio i Comuni ad assegnare i fondi ai vincitori. Entro giugno le risorse dovranno essere reinvestite. «È importante generare sviluppo economico, contrastare l’abbandono e la desertificazione dei territori e aumentare la competitività delle imprese — continua Bussone —. Da tempo aspettavamo questo stanziamento. I 210 milioni sono preziosi e vanno gestiti con efficacia. Non mancheranno lungimiranza e capacità nel leggere la realtà». I primi cittadini dei paesi alpini potranno ristrutturare i locali dei municipi o per innovare laboratori e botteghi che vogliono svecchiarsi con le innovazioni tecnologiche indotte dalla digitalizzazione e dai processi di marketing on-line e di vendita a distanza. Una bella boccata d’ossigeno per le tante imprese messe in difficoltà dal Covid. Soprattutto in montagna, dove il lockdown sembra non essere ancora finito e i turisti, unica risorse per la stagione invernale, non possono ancora arrivare. «Per esempio i fondi potranno essere utilizzati per implementare gli e-commerce locali — conferma Bussone —. Così da diventare più competitivi. Ma potranno servire anche alle imprese per comprare macchinari, impianti, arredi e attrezzature varie alle imprese. Lavoreremo con i sindaci per rendere questo contributo capace di essere leva di sviluppo, sia tramite le esistenti sia per quelle nuove». E un po’ di sostegno alla vitalità delle nostre montagne «Non smetteremo mai di lavorare per ripopolare le vallate — conclude il presidente —. Così come continueremo a cercare di creare una cultura del territorio. “Compra in valle, il tuo paese vivrà” è il claim dell’impegno di Uncem con i Comuni. Perché nostri piccoli commercianti e le imprese hanno nei territori un ruolo sociale oltre che economico. E questi 210 milioni sono un passo importantissimo verso crescita e inclusione».
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