Lessons from Didacta – “Non si valuta la difficoltà, ma come si reagisce alla difficoltà”

Intervista a Marisa Musaio @ Fiera Didacta 2022

A Fiera Didacta abbiamo avuto il piacere di intervistare Marisa Musaio, docente di Pedagogia Generale e Sociale, che ci ha parlato di inclusione, diversità e come le difficoltà possono essere trasformate in opportunità. Ecco l’intervista completa:

Buongiorno e benvenuta Professoressa Musaio. Ci può raccontare brevemente di cosa si occupa?

Sono Professoressa Associata di Pedagogia Generale e Sociale presso l’Università Cattolica di Milano. Affronto tematiche correlate a diverse condizioni di fragilità, disabilità e in modo particolare alle condizioni di povertà educative, con riferimento tanto ai contesti scolastici quanto a quelli di prossimità e della comunità educante. Questi sono i temi centrali che riguardano l’ambito della mia ricerca insieme alle fragilità che riguardano ragazzi e adolescenti nelle periferie all’interno dei progetti di rigenerazione delle città, alcune delle tematiche più recenti della mia ricerca in ambito pedagogico. 

La tecnologia può essere abilitatrice di questi processi?

La tecnologia ha un ruolo interessante tanto nei contesti scolastici quanto nei diversi contesti della comunità educante, così come mostrano i recenti sviluppi sia nel contesto nazionale sia in quello internazionale. Ci muoviamo infatti dentro la cornice di Agenda 2030, con i 17 obiettivi che stiamo cercando di declinare con un’attenzione particolare soprattutto all’obiettivo 4, che richiama esplicitamente un’educazione di qualità

La qualità va raggiunta cercando di fare in modo che i processi di apprendimento e di insegnamento vengano messi al centro e in questo senso la tecnologia può aiutarci a costruire modalità personali e di comunità sempre più sostenibili, tanto nei contesti scolastici quanto puoi anche nei contesti più allargati dell’ambiente e della città in generale.

Cosa presenterà qui a Didacta?

Il focus del mio intervento riguarderà un termine ormai molto richiamato, quello di inclusione. Un termine che potremmo definire multidimensionale: si parla di inclusione non solo nella scuola ma anche negli ambienti formativi e di lavoro. Si tratta di un termine che a sua volta fa parte di una triade: diversità, disabilità e appunto inclusione. Una triade di estrema importanza che va considerata non soltanto all’interno delle scuole ma anche negli ambienti aziendali. In questo modo va a formarsi una nuova filosofia, una prospettiva che vede le differenze delle persone come potenzialità. Non viene più posta al centro la difficoltà quanto invece la risposta a quella difficoltà, che diventa una risorsa per tutti. Questo è il significato del nostro incontro di oggi. 

Come sarà la scuola del futuro?

Sarà sicuramente una scuola più aperta alla comunità. Una scuola dove il processo di apprendimento e di insegnamento costituirà una sorta di intreccio, un tutt’uno, uno degli aspetti su cui la scuola in questo momento si sta maggiormente impegnando: nell’intervento di questa mattina farò riferimento al fatto che l’inclusione non è un capitolo già scritto, ma,anzi, un ambito di ricerca sul quale noi continuiamo a lavorare, ancora da esplorare, in senso interdisciplinare, ponendo però al centro la considerazione e la valutazione delle differenze. 

La differenza non è un problema, sia che si tratti di disabilità, sia di fragilità, sia di condizioni di povertà educative (è molto importante sottolineare che spesso dietro ad una disabilità ci sono in realtà condizioni di disuguaglianza economica e culturale, difficoltà di vita e di opportunità). Tutto questo non deve essere visto solo in termini deprivativi, anzi, le difficoltà andrebbero considerate come potenzialità su cui investire anche per un rapporto armonico tra persone e uso delle tecnologie.

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