Accessibilità e inclusione: nessuno ha problemi di apprendimento
Cosa significano accessibiltà e inclusione a scuola?
Un percorso didattico diventa inclusivo quando abbiamo dato a tutti la possibilità di apprendere secondo i propri tempi e modi.
A dirlo è – in questa intervista – Giuseppe Paolo Del Giovannino, docente – Apple Distinguished Educator – Apple Professional Learning Specialist – Edu specialist, che da anni si occupa di accessibilità e inclusione a scuola in collaborazione con istituti e associazioni in tutta Italia.
Accessibilità è un termine che può contenere mille significati. Qual è per te quello più importante?
Parto dal contesto che è mi è più familiare: quello scolastico-formativo. Il termine accessibilità si coniuga nel complesso sistema normativo italiano con il termine inclusione e con il percorso di integrazione dei differenti stili di apprendimento.
Sappiamo che, oggi, in ogni classe, troviamo studenti con disturbi specifici dell’apprendimento: dislessia, discalculia, disortografia e/o disgrafia, studenti con bisogni educativi speciali: disagio sociale, economico, linguistico ad esempio e studenti con diverse abilità.
Parlare di accessibilità nella quotidianità di ogni docente significa ripensare l’educazione scolastica in un’ottica davvero inclusiva. Nella mia lunga esperienza come docente e formatore significa rispettare l’individualità di ogni studente per condurlo lungo un percorso di apprendimento e di autonomia.
Come ci spiegheresti in poche parole come rendere più accessibile lo studio ai ragazzi e alle ragazze con problemi di apprendimento? È possibile impostare percorsi didattici inclusivi?
Nessuno ha problemi di apprendimento. Vi sembrerà una frase forte e so che molti avranno da ridire su questa affermazione. Penso sia più un problema legato al modo di comunicare e di capire chi abbiamo di fronte. Come indicato dall’Unione Europea nel recente lavoro di definizione dello standard DigiComp 2.2, dobbiamo fare di tutto affinché i nostri studenti possano raggiungere le competenze del XXI secolo. Per raggiungere questo traguardo non possiamo dimenticare che la tecnologia gioca un ruolo chiave. È fondamentale lavorare al meglio per saper comunicare davvero con i nostri studenti e studentesse. La tecnologia diventa un potente alleato per renderli protagonisti del loro apprendimento. Penso a come sia prioritario l’obiettivo di creare un nuovo modo di co-progettare, collaborare, gestire il tempo in modo da garantire significative opportunità di miglioramento sia nella studio sia nel percorso di realizzazione personale. Un percorso didattico diventa inclusivo quando abbiamo dato a tutti la possibilità di apprendere secondo i propri tempi e modi.
Le personalizzazioni presenti su iPad per quanto riguarda l’accessibilità sono alla portata di tutti?
Ormai sono pienamente convinto che lo strumento faccia la differenza. Utilizzando iPad in questi ormai 10 anni con tutti i miei alunni mi sono accorto di cambiamenti significativi. Questo strumento, nelle sue innumerevoli personalizzazioni di accessibilità, ha dato “voce a chi non aveva voce”. Ha permesso a tantissimi studenti e studentesse di ritrovare nuovi stimoli e di migliore la vita in modo serio, reale e significativo. Vi dirò: molte volte pensiamo che queste funzioni siano riservate a chi ha delle disabilità o altro, ma vi assicuro che tutta la classe ne trae giovamento. Non solo. Anche i docenti che usano per la prima volta questo strumento rimangono subito affascinati e stupiti dalle potenzialità e dalla facilità di utilizzo. E vorrei sottolineare anche quanti genitori sono diventati più sereni, vedendo i loro figli utilizzare questo strumento in modo consapevole.
Cosa significa essere un Apple Distinguished Educator?
Gli Apple Distinguished Educator (ADE) sono una comunità mondiale – di cui faccio parte dal 2015 – di leader ed educatori capaci di ottenere risultati straordinari, in classe e fuori, grazie alla tecnologia Apple. Sono grandi innovatori, perché esplorano nuove idee, cercano nuovi percorsi didattici e sanno cogliere nuove opportunità. Collaborano tra di loro e con Apple per innovare la didattica. Far parte della comunità ADE per me non è solo un onore, ma è un’opportunità per fare la differenza. Anche nella mia crescita professionale come Apple Professional Learning Specialist (APLS), cioè come educatore e formatore certificato Apple, ho la possibilità di supportare dirigenti e docenti per accrescere le loro competenze e supportare il processo di cambiamento e innovazione. Vorrei concludere con una frase importante che riassume un po’ questo percorso professionale: «Il solo modo per fare un buon lavoro è amare ciò che fai», Steve Jobs.
Penso che la tecnologia a supporto della didattica sia davvero indispensabile quando permette di migliorare la vita di tutte e tutti. E se questa tecnologia dona a ogni studente e a ogni studentessa la possibilità di ampliare le proprie conoscenze, abilità, competenze e di migliorare la propria autonomia, allora anche noi docenti potremo dire di aver fatto bene il nostro lavoro e di aver preparato uomini e donne per un futuro migliore.