Come si fa un podcast (e perché averne uno): intervista ad Alessandro Bencivenni

Da diversi anni ormai i podcast stanno godendo di una grande popolarità, grazie alla possibilità di ascoltare contenuti di proprio interesse ovunque ci si trovi, senza dover guardare uno schermo o leggere un testo. Possono coprire un’ampia gamma di argomenti, da quelli educativi a quelli di intrattenimento, e la loro grande facilità di fruizione li ha resi un vero e proprio fenomeno di costume. Proprio sull’argomento podcast abbiamo intervistato un esperto, Alessandro Bencivenni, docente di scuola secondaria, podcaster e “animatore digitale”.

Alessandro Bencivenni

Cosa ne pensi del fenomeno dei podcast?

Penso che rappresenti un’importante innovazione nel campo della comunicazione e dell’informazione. I podcast consentono agli utenti di accedere a contenuti audio in formato digitale su una vastissima gamma di argomenti, dall’intrattenimento all’educazione, dall’informazione alle notizie. Da utente finale (adoro i podcast su argomenti storici e i sempre più popolari “true crime”) riconosco che i podcast offrono numerosi vantaggi, come la possibilità di ascoltare i contenuti in qualsiasi momento e ovunque, attraverso dispositivi mobili e con un’ampia scelta di applicazioni e piattaforme. Inoltre, i podcast consentono una maggiore personalizzazione rispetto ad altri canali, come la radio tradizionale, poiché gli utenti possono scegliere i propri contenuti preferiti, personalizzando le proprie esperienze. Come creatore di contenuti, per me rappresentano una nuova opportunità per parlare al mio pubblico, ma anche a nuovi utenti, con costi relativamente bassi e senza dover affrontare le complessità della distribuzione tradizionale.

Ci spieghi in poche parole come si fa un podcast?

Questo è generalmente il mio flusso di lavoro, che comprende tre strumenti: Riverside.fm, GarageBand e Anchor.fm.

Effettuo le mie interviste tramite uno studio di registrazione online come Riverside.fm. Questo mi consente di avere due tracce audio distinte registrate in alta qualità: la mia e quella del mio ospite. Ovviamente consiglio di utilizzare un microfono esterno, ma va bene anche il microfono integrato del computer.

Successivamente modifico l’audio utilizzando GarageBand per rimuovere eventuali errori (ne faccio sempre diversi, ahimè) o pause indesiderate. Infine, aggiungo la musica di sottofondo e la “sigla” iniziale.

Esporto l’audio in un formato compatibile con Anchor.fm, come MP3 o WAV. Anchor mi permette di pubblicare il mio podcast, che sarà subito disponibile per l’ascolto su molteplici piattaforme come Apple Podcasts e Spotify.

Carico il file audio, aggiungo un titolo, una descrizione e un’immagine di copertina, e infine pubblico.

Tutto qui. Il processo è veramente semplice e intuitivo.

Fare podcast è quindi alla portata di tutti?

Direi proprio di sì. Con le tecnologie attuali è relativamente facile registrare, modificare e pubblicare un podcast online. Ci sono molte altre risorse disponibili, oltre a quelle che ho appena nominato. Inoltre, non è necessario avere competenze tecniche avanzate per avviare un podcast di base. Tuttavia, creare un podcast di qualità richiede tempo, dedizione e una certa competenza per la scrittura e la produzione di contenuti. In definitiva, con la giusta attenzione e gli sforzi appropriati, la maggior parte delle persone può creare un podcast di successo. Anche Docenti o Studenti.

Perché una persona dovrebbe avere un podcast?

Ci sono diverse ragioni per cui qualcuno potrebbe voler pubblicare un podcast. La principale è che ci permette di far sentire la nostra voce: un podcast può essere uno spazio che ci ritagliamo online per condividere la nostra esperienza, ma anche il nostro know-how, le nostre conoscenze, così come un punto di vista alternativo su un determinato argomento. 

Possiamo generare valore per tante persone, in maniera relativamente semplice e, attraverso questo, costruire una community: un podcast può infatti aiutarci a creare una gruppo di persone interessate ai nostri argomenti e alla nostra visione delle cose. Infine, se siamo dei professionisti, un buon podcast può aumentare la nostra visibilità online.

Quale pubblico permette di raggiungere un podcast?

Con un podcast si può potenzialmente raggiungere qualsiasi tipo di pubblico che abbia accesso a Internet e interesse per l’argomento di cui si vuole parlare. Si può scegliere di creare un podcast su un argomento specifico rivolgendosi a un pubblico di nicchia, oppure creare un podcast più generalista che possa interessare un pubblico più ampio. In ogni caso, la scelta dell’argomento, del tono e dello stile del tuo podcast può influire sul tipo di pubblico che si attirerà. Io ho scelto di parlare ai colleghi insegnanti interessati all’innovazione, perché è ciò di cui mi piace parlare e su cui mi sento più ferrato.

Parlaci appunto del tuo podcast Consigli di classe.

Consigli di Classe” è un podcast in cui intervisto Insegnanti, Dirigenti Scolastici ed Esperti che hanno fatto dell’innovazione didattica il proprio tratto distintivo. Negli anni ho avuto la possibilità di conoscere tantissimi professionisti, molti dei quali diventati anche amici che, secondo me, meritavano una cassa di risonanza per raccontare cosa stessero facendo all’interno delle classi per traghettare la scuola nel futuro. In un Consiglio di Classe gli insegnanti generalmente si riuniscono, parlano e prendono decisioni su cosa fare con gli Studenti. Volevo che il podcast fosse proprio questo: un dialogo tra colleghi in cui influenzarsi positivamente su ciò che è possibile fare. Il podcast serve quindi non solo a raccontare queste storie di successi formativi, ma anche a far venire voglia di provare a fare altrettanto a chi sta ascoltando, ricevendo un “consiglio” da un collega con esperienza e titoli anche prestigiosi (“di classe”, appunto).

Come ti è utile Apple nella creazione del podcast?

Gli strumenti Apple possono essere davvero utili per la creazione di un podcast. Come già detto in precedenza utilizzo GarageBand come software principale, perché offre funzionalità utili per la creazione di podcast, come la registrazione di tracce multiple, l’editing audio e l’aggiunta di effetti sonori. La sua facilità di utilizzo, anche su iPad, è davvero impressionante. Perfino i miei studenti l’hanno utilizzato per registrare podcast scolastici e, dopo aver fatto vedere loro le funzioni di base, in pochi minuti sono stati in grado di realizzare autonomamente puntate intere, registrate benissimo.

Quando però registro “Consigli di Classe” non uso iPad, ma il mio fedele Mac mini, il computer desktop compatto di Apple che offre elevate prestazioni e capacità di elaborazione ideali per la registrazione, l’editing e il rendering di file audio. Questo rende Mac mini una scelta popolare per molti podcaster che desiderano un computer potente, ma che non occupi troppo spazio sulla scrivania.

In entrambi i casi Apple offre agli utenti strumenti affidabili e di alta qualità per la produzione di podcast.

Alessandro Bencivenni sarà con noi a Didacta: ti aspettiamo a Firenze dall’8 al 10 marzo.

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